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Buone prestazioni sportive col caldo? Scopri perché è difficile.

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Giugno. Una delle giornate più calde del mese.

Inaspettatamente. Ma Pierluigi e Daniele vogliono giocare lo stesso.

Che sarà mai?

Si ritroveranno dopo pochi minuti, a bramare l’angolo di campo all’ombra.

Si, infatti, da un lato del campo ci sono degli alberi che proiettano ombra fino a poco oltre la linea di fondo di una delle due metà campo.

Quando uno dei due amici si trova da quel lato del campo, sente subito la sensazione di refrigerio, mentre l’altro, al sole, spera di vincere o perdere subito i game per arrivare al cambio campo.

E solitamente perde quei game.

Ma perché col caldo la performance cala così tanto?

Consideriamo per un attimo anche che non è coinvolto solo il calore ambientale, ma il corpo stesso, durante l’attività fisica, produce calore, accaldandosi di più man mano che aumenta l’intensità dell’attività.

Il corpo si impegna fin da subito quindi ad abbassare questa temperatura corporea che sale e sale e sale.

Il primo meccanismo? Il sudore, che evaporando abbassa la temperatura cutanea.

Il sudore però ha una piiiiicola (anzi enorme) controindicazione: fa perdere liquidi, quindi si presenta il rischio disidratazione.

E la fatica? È un meccanismo di difesa che attua il corpo quando non riesce ad abbassare sufficientemente la temperatura.

È tipo “oh, fermati che se no qua la temperatura sale troppo!”

Ed è proprio quel che sta succedendo al corpo di Pierluigi, che ora è al sole e rincorre ogni pallina. Sta sudando tantissimo e avverte una fatica che di solito non arriva così presto.

Daniele è all’ombra e suda, ma il suo corpo riesce a regolare la temperatura.

Si, hai indovinato, Daniele vince questi due game in cui è all’ombra. Ma ora sarà lui ad andare al sole e Pierluigi all’ombra.

Ogni secondo del cambio campo è usato per bere.

Solo acqua? No, anche sali minerali, come ho spiegato in un altro video che troverai sul mio canale.

Il sudore infatti fa perdere sia acqua, tanta, sia sali minerali, soprattutto sodio.

E se non bevessero a sufficienza? Se si disidratassero?

Anche il loro sangue perderebbe acqua, perdendo volume e facendo alzare i battiti cardiaci per compensare.

Avrebbero anche problemi nella concnetrazione, perché il cervello non riuscirebbe più a lavorare meno.

Infatti da quel lato assolato del campo, le palline non arrivano precise, diminuiscono i vincenti, aumentano gli errori non forzati.

E con la disidratazione cala la motivazione, l’agonismo. Chi gioca nella metà campo assolata perde la voglia di giocare, perde la voglia di vincere. Tutto per tornare nella metà all’ombra.

Anche i muscoli soffrono la riduzione dell’idratazione, facendo ridurre le prestazioni.

Il calo della performance al caldo è quindi un insieme di fattori che vanno a ridurre le prestazioni sia fisiche che mentali. Non l’ideale per un tennista (e per nessuno in generale).

E Pierluigi e Daniele?

2 game a testa, non riescono a giocare come vorrebbero, perdono concentrazione e forza fisica.

Perdono il divertimento.

Provano a giocare ancora un po’, ma non riescono a finire la partita, hanno giocato solo un’ora e gli è stato sufficiente.

Stavolta patta e subito a bere!

La settimana prossima si gioca di sera!

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